Biography, reviews, texts
Notes by Franco Monteforte (in Italian)
25/10/2009
(…) ho visto sul suo sito le immagini fotografiche da lei elaborate in questi anni rimanendone alquanto affascinato. Vi trovo condensata una straordinaria energia emotiva che si lascia catturare dalla scabra oggettività delle cose per dipanarsi poi lentamente, insieme ad esse, in un amaro e disincantato lirismo. Mi ha colpito soprattutto la serie delle immagini sul sanatorio di Prasomaso, desolata apocalissi che si consuma in silenzio ai margini del mondo, rispecchiamento suggestivo, certo, di un’apocalissi individuale che nelle sue immagini, tuttavia, diviene anche metafora del nostro tempo e della nostra sensibilità moderna che si nutre di infinite apocalissi. Trovo in tutto questo echi di teorie lacaniane e suggestioni che mi riportano a Deridda e al suo “Autoritratto e altre rovine” e, forse, ciò che più mi affascina nelle sue immagini fotografiche è questa densità filosofica, questo nucleo di pensiero visivo che vi è incarnato e che meriterebbe, a mio avviso, un serio approfondimento critico (…)
da una lettera di Franco Monteforte (2007)
Cesare Bedogne' è un artista fotografo valtellinese che vive e lavora attualmente a Londra.
Le sue immagini fotografiche, di distaccata intensità emotiva, sono state in questi anni oggetto di numerose esposizioni personali e collettive a Milano, in Svizzera, negli Stati Uniti, a Londra e in altre città europee.
(....)
La mostra in progetto vuole essere un primo bilancio e approfondimento critico della sua opera che, come da più parti è stato rilevato, sollecita una lettura in chiave fortemente filosofica e letteraria.
La mostra si compone di circa 80 immagini fotografiche, raccolte sotto il titolo di Innerscapes (paesaggi interiori), che ne esprime l’ispirazione di fondo orientata verso una poetica oggettiva dello sguardo intesa a cogliere un’equivalenza di temperature d’âme tra l’osservatore e la cosa osservata che nell’immagine fotografica si stacca dalla sua stessa realtà per rifondersi insieme a chi l’osserva in una realtà a sé stante. Il procedimento fotografico di stampa di Bedognè, basato sull’uso di una gelatina d’argento virata al selenio, immerge le immagini in un’atmosfera di distacco quasi metafisico diventando elemento intrinseco della loro espressività.
Con esso l’artista tende, infatti, a mettere a nudo la corrente spirituale invisibile che si genera nello sguardo tra l’osservatore e la cosa osservata. Nella camera oscura della fotografia si compie, insomma, qualcosa di analogo a ciò che nello sguardo si compie nella camera oscura dell’anima.
Esemplare in questo senso è il ciclo delle Broken Images dedicato a Prasomaso, il vecchio sanatorio in sfacelo sopra Tresivio a due passi da Sondrio, la cui desolata nudità, non si fa solo specchio di chi l’osserva, ma diventa specchio di un suo oscuro ripiegamento in se stessa e del suo lento riassorbimento nella Natura e nel Tutto, immagine di morte e di superiore vitalità nello stesso tempo.
da “Innerscapes, immagini dello sguardo” di Franco Monteforte (progetto per una mostra e un volume-catalogo, 2008)
da una lettera di Franco Monteforte (2007)
Cesare Bedogne' è un artista fotografo valtellinese che vive e lavora attualmente a Londra.
Le sue immagini fotografiche, di distaccata intensità emotiva, sono state in questi anni oggetto di numerose esposizioni personali e collettive a Milano, in Svizzera, negli Stati Uniti, a Londra e in altre città europee.
(....)
La mostra in progetto vuole essere un primo bilancio e approfondimento critico della sua opera che, come da più parti è stato rilevato, sollecita una lettura in chiave fortemente filosofica e letteraria.
La mostra si compone di circa 80 immagini fotografiche, raccolte sotto il titolo di Innerscapes (paesaggi interiori), che ne esprime l’ispirazione di fondo orientata verso una poetica oggettiva dello sguardo intesa a cogliere un’equivalenza di temperature d’âme tra l’osservatore e la cosa osservata che nell’immagine fotografica si stacca dalla sua stessa realtà per rifondersi insieme a chi l’osserva in una realtà a sé stante. Il procedimento fotografico di stampa di Bedognè, basato sull’uso di una gelatina d’argento virata al selenio, immerge le immagini in un’atmosfera di distacco quasi metafisico diventando elemento intrinseco della loro espressività.
Con esso l’artista tende, infatti, a mettere a nudo la corrente spirituale invisibile che si genera nello sguardo tra l’osservatore e la cosa osservata. Nella camera oscura della fotografia si compie, insomma, qualcosa di analogo a ciò che nello sguardo si compie nella camera oscura dell’anima.
Esemplare in questo senso è il ciclo delle Broken Images dedicato a Prasomaso, il vecchio sanatorio in sfacelo sopra Tresivio a due passi da Sondrio, la cui desolata nudità, non si fa solo specchio di chi l’osserva, ma diventa specchio di un suo oscuro ripiegamento in se stessa e del suo lento riassorbimento nella Natura e nel Tutto, immagine di morte e di superiore vitalità nello stesso tempo.
da “Innerscapes, immagini dello sguardo” di Franco Monteforte (progetto per una mostra e un volume-catalogo, 2008)