Biography, reviews, texts
L'ultimo viaggio di Albert Camus, new book by Cesare Bedognè
30/11/2016
L'ultimo viaggio di Albert Camus e altri taccuini (diaries and poems by Cesare Bedognè, in Italian)
Nulla Die 2016
Cover photograph by Cesare Bedognè (Punta Arenas, 1999)
Al cimitero di Punta Arenas i sogni affondati dei marinai di tutto il mondo.
Meticci dal viso di cuoio, ragazze in abito da sposa, capitani di mare di pelo rossiccio. Sulle lapidi nomi slavi, norvegesi, gallesi.
Fotografie ingiallite, macchie d’umidità, i colori falsi degli anni ’50 - volti pallidi, occhi di vetro, un sorriso di cenere.
Ai bordi del viale alberi scheletriti, nudi rami protesi verso il silenzio traslucido: remoti ghiacciai azzurrognoli, deserto australe, ultimi orizzonti.
Tra le croci pencolanti e le araucarie, corpi tornati alla polvere - bocche che un tempo amavano ridere, baciare oppure mordere.
Fiori di carta, giocattoli corrosi tra i fiori di plastica e le guglie in ferro battuto delle tombe dei bambini; bianche, o d’un azzurro screpolato…
Croci dimenticate tra malerbe salmastre, muri smangiati dal tempo, viali vuoti.
Notti bianche, bianco trascolorare dell’anima, verso luoghi senza nome: ci si perde per strade deserte, mentre le sirene delle navi in partenza affondano nella melanconia i loro denti di ghiaccio.
Nulla Die 2016
Cover photograph by Cesare Bedognè (Punta Arenas, 1999)
Al cimitero di Punta Arenas i sogni affondati dei marinai di tutto il mondo.
Meticci dal viso di cuoio, ragazze in abito da sposa, capitani di mare di pelo rossiccio. Sulle lapidi nomi slavi, norvegesi, gallesi.
Fotografie ingiallite, macchie d’umidità, i colori falsi degli anni ’50 - volti pallidi, occhi di vetro, un sorriso di cenere.
Ai bordi del viale alberi scheletriti, nudi rami protesi verso il silenzio traslucido: remoti ghiacciai azzurrognoli, deserto australe, ultimi orizzonti.
Tra le croci pencolanti e le araucarie, corpi tornati alla polvere - bocche che un tempo amavano ridere, baciare oppure mordere.
Fiori di carta, giocattoli corrosi tra i fiori di plastica e le guglie in ferro battuto delle tombe dei bambini; bianche, o d’un azzurro screpolato…
Croci dimenticate tra malerbe salmastre, muri smangiati dal tempo, viali vuoti.
Notti bianche, bianco trascolorare dell’anima, verso luoghi senza nome: ci si perde per strade deserte, mentre le sirene delle navi in partenza affondano nella melanconia i loro denti di ghiaccio.